Protesta degli studenti del Liceo. Le parole della Dirigente scolastica
"La scuola sì, ma non così" è solo uno di una serie di slogan riportati sui cartelli affissi davanti all'ingresso dell'Istituto ‘Da Vinci – Agherbino’ di Noci (e Putignano), presso la sede di Via Repubblica, in occasione dello sciopero promosso dal comitato studentesco, svoltosi nella mattinata di martedì 30 gennaio.
Lo sciopero, espressione del diritto degli studenti di manifestare le proprie opinioni o rivendicazioni nei limiti previsti dal sistema giuridico, non si vedeva da diversi anni. Ma, lo scorso martedì, qualcosa è accaduto e così gli studenti hanno deciso di non varcare la soglia d'ingresso. L'assemblea d'Istituto di gennaio, prima confermata e poi non più concessa, a detta degli studenti, è stata l'oggetto della protesta che ha portato allo sciopero.
A tal proposito abbiamo ascoltato la voce dei rappresentanti d'Istituto che hanno così risposto alle nostre domande.
Cosa è successo, e cosa vi ha portato allo sciopero?
“Purtroppo dopo una serie di rettifiche e integrazioni per la richiesta dell'assemblea affinché si svolgesse nei migliori dei modi, e per garantire tutti i punti concordati inizialmente in un incontro con la preside, il pomeriggio prima della data prevista per l'assemblea, ci viene inviata una mail con motivazioni non molto valide, in cui non ci viene concesso il regolare svolgimento dell'assemblea.
Inoltre una norma del Miur afferma che: "Il diritto soggettivo degli studenti di riunirsi in assemblea è previsto dalla normativa. Tale diritto non è quindi rimesso alla facoltà discrezionale del preside o di altri organi, anche se il suo esercizio è vincolato all'osservanza di alcune modalità previste dalla legge”.
Tema dell’assemblea?
“L'assemblea si sarebbe svolta nelle prime due ore ognuno nella propria sede, Agherbino di Noci e Liceo, dove avremmo realizzato il materiale necessario per le ore successive. Infatti nelle successive tre ore avevamo suddiviso tutti gli studenti in 10 gruppi, ognuno con un punto ben assegnato in giro per Noci. L'obiettivo era informare e sensibilizzare la gente di Noci, alle guerre passate (quindi informare sulla giornata della memoria) e sulle guerre purtroppo attualmente in atto”.
Ci sono state conseguenze allo sciopero
“La preside oltre a non essere venuta a scuola ieri, quindi a non aver visto tutto quello che abbiamo fatto, ha ‘minacciato’ con l’assegnazione ad ogni studente partecipante allo sciopero di un voto pari al 7 in condotta, in vista degli scrutini”.
Cosa farete ora?
“Tutti gli studenti dell’Agherbino di Noci e del Liceo, pretendono delle spiegazioni da parte della DS. Difatti abbiamo richiesto un’assemblea straordinaria, in data da destinarsi secondo le sue disponibilità, durante la quale tutti gli studenti potranno esporre i propri dubbi alla DS e ricevere delle risposte. Sarà accettata questa? Ad oggi ancora nessuna risposta”.
Sentita dalla nostra redazione, la Dirigente scolastica ha così replicato: “Voglio innanzitutto sottolineare - afferma la prof.ssa Pani - che ho apprezzato sin da subito l’idea di ricordare la giornata dell’olocausto sul territorio, tant’è che ho personalmente istruito la rappresentanza studentesca sulla necessità di comunicare alle autorità competenti tanto l’occupazione del suolo pubblico con gli stand quanto il corteo che si sarebbe formato da scuola al punto di raccolta in Piazza Garibaldi. Malgrado le mie ripetute raccomandazioni, rivolte anche per il tramite della docente responsabile, lunedì 29, avuta lettura delle modalità definitive dell'evento e preso atto che non si faceva cenno all’avvenuto ottenimento delle autorizzazioni, ho telefonato personalmente al Sindaco ricevendo conferma che nulla aveva autorizzato mancando una formale comunicazione degli studenti sia sull’allestimento degli stand che sull’assembramento per strada. Tanto, insieme alla assoluta incertezza circa le modalità di vigilanza, soprattutto dei minori e dei disabili, mi hanno indotto a non autorizzare l’assemblea. Tanto più che le famiglie, le quali avrebbero dovuto autorizzare l’uscita dall'istituto in assenza di vigilanza, non avrebbero avuto tempo né per chiedere a scuola eventuali delucidazioni né per esprimere consapevolmente il proprio consenso a questa nuova modalità di assemblea. D’altra parte - continua la Dirigente - nella mail con cui negavo l’autorizzazione, dopo averne puntualmente spiegato le ragioni mi dichiaravo disponibile a rivedere le modalità dell’assemblea: ciononostante, e con mio dispiacere, gli studenti hanno preferito ‘scioperare’. Dell’astensione collettiva, sempre per ragioni di tutela degli studenti e in una logica di corresponsabilità educativa, è stata data notizia alle famiglie mediante comunicazione sul registro elettronico, richiamando espressamente quanto previsto dal regolamento di istituto. Auspico - conclude la Pani - che questa vicenda rappresenti occasione di riflessione sul significato di partecipazione costruttiva al dialogo educativo, di cui un’astensione collettiva rappresenta l’interruzione, avendo come obiettivo non un voto di comportamento ma la formazione di futuri cittadini alla piena conoscenza delle regole e al convinto rispetto delle stesse”.